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Alle ore 21 del 6 Maggio del 1976, una scossa di magnitudo 6,5 della Scala Richter rase al suolo gran parte del paese e gli abitanti furono costretti a evacuare l’intera frazione. L’11 Settembre un’altra scossa ne completò la distruzione: un grosso spuntone roccioso, denominato “spiç di sôre cjcjèl”, che sovrastava il cimitero e la zona Nord del paese, infatti, si staccò dalla montagna. Il terremoto provocò ingenti danni agli immobili, la maggior parte dei quali venne distrutta o, in alternativa, ritenuta non ristrutturabile. Infatti, in seguito alla scossa dell’11 settembre, l’area in cui sorgeva Portis venne considerata non edificabile a causa dei vincoli idrogeologici della montagna che si erge alle sua spalle. Prima del sisma, Portis contava circa 230 abitanti, suddivisi tra i borghi Russitz e Sclauciòns, posti tra il rio Pissanda e il rio Migîgulis; il borgo Cjavrís, posto tra la statale Pontebbana e la ferrovia e il borgo Gnòcs. A Portis si contavano tre osterie con relativi negozi di alimentari, due fabbri, tre botteghe di falegnameria, un mulino; una sartoria, un calzolaio, una latteria, un asilo e la scuola elementare.

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Fonti bibliografiche

Valent M., Ricordi di Portis, un paese che ha cambiato volto, Portis, Pro Loco Portis, 2006.

I contenuti grafici e testuali della presente pagina sono tratti dalla tesi di Ambra Pecile "PROGETTO PER UN PARCO STORICO-CULTURALE A PORTIS VECCHIO DI VENZONE" (Università degli Studi di Udine, A.A. 2016/2017, Relatrice Prof. Christina Conti, Correlatori Prof. Giovanni La Varra e Prof. Valentino Casolo).